Periodico telematico di Storia e Scienze Umane

Numero 16
(10 novembre 2003)

Editoriale



Il numero 16 del nostro periodico s'inagura con lo studio di Ileana Tozzi sul culto mariano nelle diocesi di Rieti e Sabina. La studiosa ci mostra l'evoluzione della religiosità dalla trasformazione del culto pagano in culto cristiano, dalle istituzioni dei vescovi dell'alto e basso medioevo, alla fede popolare di anni a noi più vicini. Invenzioni, apparizioni ed edificazioni religiose si susseguono nel tempo e pervengono a noi grazie alla documentazione superstite ed alle note degli studiosi successivi.

Il supplizio di Giordano Bruno in Roma non era certo il primo di un nolano se, pochi anni addietro, il giovane Pomponio de Algerio, protestante, eretico, vi aveva trovato la morte. Daniele Santarelli ricostruisce, sulla base soprattutto della documentazione intercorsa fra Roma e la Repubblica di Venezia (il giovane era studente a Padova) e studi più tardi, le vicende che si svolgono nella seconda metà del '500. Ci troviamo di fronte non ad un piccolo personaggio, ma ad un uomo che resta deciso, serenamente convinto delle proprie idee, fino ad accettare la sentenza di condanna ed immergersi - come un martire cristiano - nell'olio bollente, per la più estrema delle conseguenze.

La battaglia di Lepanto, le sue fasi preparatorie, lo svolgimento e gli effetti successivi sono dettagliatamente descritti da Umberto Maiorca. L'autore riesce a farci entrare nel pieno del combattimento di mare introdotto dall'irreale silenzio degli occidentali contrapposto al suono dei flauti dei turchi. Poi, il rumore della battaglia: colpi di cannone, lanci di dardi e grida, inseguimenti e manovre dispersive, l'assalto e la fuga degli sconfitti. Maiorca è maestro nel preparare le tavole grafiche e ne dà dimostrazione anche nel caso di una delle più grandi battaglie della storia dell'umanità.

In chiusura di questo numero, il recente volume curato da Edda Serra sulla figura di Enrico Morovich e il surrealismo in Italia, è recensito da Raffaella Leproni che coglie, con sensibilità letteraria, il filo conduttore della poiesis del Morovich, nella tensione della trasformazione del ''quotidiano dolore in espressione di vita, per non dimenticare''.

Angelo Gambella

< http://www.storiadelmondo.com/16/editoriale.htm > in Storiadelmondo, n. 16, 10 novembre 2003.

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